Si trasmette l’intervento dell’Assessore Rosangela Laera intervenuta ai funerali del professor Michele Palumbo su delega del Sindaco di Andria Nicola Giorgino impegnato per l’intera giornata a Roma a Palazzo Chigi. In mattinata con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per la firma delle convenzioni per la realizzazione dei progetti di riqualificazione delle periferie insieme agli altri sindaci delle Città metropolitane e dei Comuni capoluogo vincitori del bando. Nel pomeriggio per i lavori della Commissione Tecnica, istituita dalla Presidenza del Consiglio, per la definizione della vicenda legata alla strage ferroviaria del luglio scorso.

“E’ nel comune sentire che la Città di Andria con Michele Palumbo perde un Figlio di elevata statura morale, un intellettuale raffinatissimo, un uomo di grande cultura.

E proprio il suo rapporto con Andria assume una valenza che travalica i confini del banale localismo per raggiungere quelli universali di un profondo amore per la sua città, fondato sulla grande conoscenza delle sue travagliate vicende storiche e su una profonda cultura personale.

Su questo aspetto mi piace ricordare che quando gli veniva chiesto se Federico II avesse mai visitato Andria, Michele con la sua consueta e sapiente ironia rispondeva «non si sa se sia mai venuto ad Andria, ma se non è venuto non sa cosa si è perso»

Ed è proprio Andria che ha insegnato ad amare a tutti noi, sempre con il sorriso ironico anche a partire dai suoi simboli: i tre Campanili. Infatti, per la definizione della loro altezza ha scritto parole di un umorismo sottile quanto graffiante.

Magistrale è la lettura laica che fa delle maschere settecentesche del Campanile di san Domenico con riferimenti ai bestiari medievali che mostrano una conoscenza ed una sapienza non comuni.

Infine, vorrei invitare tutti noi, come aveva fatto Michele con me, a cogliere questa occasione per rileggere le pagine di Alfonso Leonetti che narra le storie di Andria e dei suoi abitanti durante i primi anni del Novecento, in cui descrive magistralmente la nostra città proprio perché sia di monito per riappropriarcene e coltivare con maggiore vigore il nostro senso civico.

Vorrei chiudere questo saluto ad un CITTADINO esemplare, un giacobino come teneva a sottolineare lui, riprendendo quello che scrisse in occasione dei suoi 50 anni. Dopo aver parlato del Tempo concludeva dicendo «Insomma, ci vuol tempo per capire il tempo. Anche se, alla fine, forse aveva visto giusto, con un pizzico di cinismo nelle sue definizioni Spencer : “il tempo : ciò che l’uomo è sempre intento a cercare di ammazzare , ma che alla fine ammazza lui” »

Ritengo di poter affermare che la civica amministrazione, intesa come l’intera comunità andriese, farà in modo che il Tempo non vanifichi il lavoro, lo studio, l’ironia, la capacità critica che Michele Palumbo ci ha generosamente regalato in questi anni”.

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