Andria (Àndrie o Jàndrie in dialetto barese) è un comune italiano di 100.430 abitanti, capoluogo insieme a Barletta e Trani, della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia. È la quarta città della regione per popolazione, nonché la sedicesima d’Italia per superficie.

Sino all’11 giugno 2004 compresa nella provincia di Bari, oggi la città è sede legale della provincia di Barletta-Andria-Trani, ospita il Consiglio provinciale e fa parte dell’Associazione nazionale città dell’olio. Per la presenza dei suoi tre alti campanili, viene conosciuta anche come la città dei tre campanili. Simbolo della città e di tutta la Puglia è Castel del Monte situato su una collina fuori dall’abitato. Castel del Monte fa parte dei patrimoni dell’umanità dichiarati dall’UNESCO.

Territorio
La città è situata sul pendio inferiore delle Murge, a 151 m s.l.m. e a 10 km dal mare Adriatico. Ha una superficie di 408 km², che la rende il 16º comune italiano per superficie.

Nei pressi di Andria vi è una forte depressione carsica, o dolina chiamata Gurgo. All’interno del Gurgo, le numerose grotte fungevano forse da ipogei, mentre la Grotta della Trimoggia era adibita al culto mariano. Nel Gurgo il microclima permette una diversità varietale di piante non trascurabile e vi si può trovare anche lo Stramonio.

Il territorio è connotato da alcune lame, incisioni paleotorrentizie in secca. La lama più importante è denominata Ciappetta Camaggio ed è il letto di un antico fiume chiamato Aveldium.

12.000 ettari del territorio comunale sono inclusi nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, istituito nel 2004.

Clima
Il clima è mediterraneo, con inverni quasi miti ed estati calde e secche, condizioni che determinano l’alternarsi di due stagioni favorevoli alla vegetazione, quali primavera ed autunno. La vegetazione comprende numerosissime specie selvatiche (pseudosteppa mediterranea) a cui si contrappongono interminabili uliveti e vigneti. La piovosità annua si aggira attorno ai 597 mm di pioggia.

(fonte: Wikipedia)

ANDRIA, LA SUA STORIA, I SUOI PRODOTTI

Andria, città dell’olio extravergine di oliva con la sua tipica “Coratina”, del vino rosso di uva Nero di Troia e del vino rosato di uva Bombino Nero, della famosa burrata, inventata nei primi anni del 1900 da Lorenzo Bianchino Chieppa, e dei tipici confetti ideati da Nicola Mucci nel 1894, fu una città cara all’Imperatore Federico II  di Svevia tra il XII e il XIII secolo. Nella Cattedrale dimorano le spoglie di due delle mogli dell’Imperatore, Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra. In territorio andriese, inoltre, Federico II fece edificare nel 1240 l’edificio oggi diventato simbolo dell’intera Regione Puglia, meta ogni anno di migliaia di turisti e studiosi da tutto il mondo: il  Castel del monte.

Delle origini di Andria vi sono tracce che fanno presagire la sua esistenza fin dalla preistoria, forse fondata dal greco Diomede, eroe della guerra di Troia, dalla cui isola natìa (Andros) pare possa derivare il nome di Andria.

La storia millenaria della città è testimoniata da significativi siti archeologici, tra i quali si evidenziano quelli di Santa Barbara e di Monte Faraone.

Nel sito di Santa Barbara sorgeva un’antica città Illirico-Japigia, la misteriosa “Netion” o “Netium”, la cui distruzione pare possa essere collegata alla conquista dei Romani nel III sec. a.C. della Puglia, inizialmente colonizzata dai Greci. Lungo ciò che resta di una muraglia costruita intorno al colle di Santa Barbara, sono sparsi centinaia di frammenti di ceramica geometrica dipinta in stile dauno risalenti dal VII al V sec. a.C., e pezzi di ceramica grezza risalenti ad epoca anteriore.

Andria, dunque, città dalle origini molto antiche nelle cui adiacenze, così come indicato nella Tabula Peutingeriana, scorreva il famoso fiume “Alvedium o Alvedius” che proseguiva la sua corsa nell’attuale lama Camaggio Ciappetta, e della cui esistenza, stando a quanto descritto da Raffaele Ruta di “Archeologia viva”, quasi tutti gli autori delle antiche Topografie Historiche del Regno di Napoli (Corcia e Romanelli) concordano.

Andria acquistò importanza in epoca bizantina quale residenza dei monaci basiliani, fuggiti dall’oriente durante la lotta iconoclastica dei secc. VIII e IX. I basiliani hanno lasciato interessanti ipogei tufacei, ancora oggi visitabili, come le Chiese di S. Maria dei Miracoli, dell’Altomare, di Gesù della Misericordia e di Santa Croce.

Nel 1046 Pietro I Normanno diede origine all’agglomerato urbano elevandola a “civitas”, cingendola di mura con 12 torri di guardia e una rocca di difesa, i cui resti sono ancora visibili nei pressi di Porta Castello. Sotto il dominio dei Normanni nel 1073 divenne “Contea” e fu elevata a Sede Vescovile con San Riccardo inglese, dichiarato in seguito patrono della città. Ai normanni nel XII secolo successero gli Svevi sotto i quali, con Federico II, accrebbe valore grazie alla sua fedeltà, favorendone lo sviluppo con privilegi ed esenzioni fiscali.

Federico II la elesse a sua residenza e per questo, sopra una delle colline più alte del territorio murgiano, fece costruire Castel del Monte nel 1240.

Andria divenne contea angioina dal 1305, quando fu data in dote dal Re Carlo II d’Angiò alla figlia Beatrice, andata sposa a Bertrando dei Conti del Balzo. Sotto i del Balzo Andria fu elevata a Ducato e nel 1350 subì un disastroso assedio con incendi, distruzioni e morti, da parte di mercenari tedeschi e lombardi al seguito dell’esercito ungherese.

Andria fu feudo degli Orsini, poi di Consalvo di Cordova, infine dei Duchi Carafa, sotto i quali, nel 1799 subì un assedio con distruzione, incendi e stragi.

Incorporata nel Regno delle due Sicilie, seguì le sorti di questo fino all’Unità d’Italia eleggendo Garibaldi primo deputato della città.

Alla fine della seconda guerra mondiale con l’Italia liberata dalle forze alleate anglo-americane, Andria fu interessata da una vera e propria rivolta civile sfociata nella tragica giornata del 6 marzo 1946 caratterizzata dal martirio delle sorelle Luisa e Carolina Porro.

BORGO DI MONTEGROSSO

L’attuale villaggio rurale di Montegrosso venne realizzato agli inizi degli anni ’30 su iniziativa del Ministero dell’Agricoltura del Governo fascista e dall’Opera nazionale Combattenti, intorno allo “iazzo” (ricovero per greggi).

Il borgo di Montegrosso prende il nome dalla collina omonima che la sovrasta dall’alto dei suoi 397 metri ed è ubicato a 18 km. dalla città di Andria.

Fu centro di raccolta e deposito della produzione cerealicola della zona.

In passato Montegrosso fu interessata dalla Transumanza di cui vi è traccia nell’affresco murale esistente nel palazzo rinascimentale del Duca Belgioioso, originariamente costituito da un unico piano, chiamato “Torre”, mentre oggi è composto da due piani, al cui interno è conservato un affresco che attesta le proprietà del Duca.

Il borgo di Montegrosso attualmente ospita diverse decine di nuclei famigliari e si distingue per la presenza di attività per la ristorazione e ricevimenti nuziali come il ristorante pizzeria Borgo Montegrosso e Bontan. Famosa è la tipica osteria “Antichi sapori” di Pietro Zito.

LA PRODUZIONE TIPICA

L’olio extravergine di oliva tipico di Andria è quello prodotto con olive della varietà “coratina” dal caratteristico “fruttato, amaro e piccante che si percepisce alla gola, sinonimo di genuinità e autenticità dell’olio, dovuto ad un notevole contenuto di polifenoli che migliorano la resistenza all’ossidazione rendendolo il più longevo tra gli olii extravergine di oliva.

Questa caratteristica associata ad un basso tenore in acido palmidico e linoleico ed un elevato contenuto di acido oleico (acido monoinsaturo), rispetto agli oli di altre varietà, gli conferisce il titolo di “fruttato di Andria”.

L’olio extravergine di oliva di coratina da tempo si è conquistato il primato di olio fruttato grazie al suo spiccato aroma, al gusto di oliva fresca e al colore decisamente verde, oltre che alla caratteristica resistenza all’irrancidimento.

Le peculiarità dell’olio extravergine prodotto in particolare dalla varietà coratina, sono il pilastro della dieta mediterranea grazie al suo valore biologico e salutistico. Infatti il tipico amaro denota la presenza spiccata di oleuropeina un componente polifenolico che ha un forte potere antiossidante oltre a contrastare il colesterolo cattivo, mentre il piccante è determinato dalla notevile presenza di oleolcantale un antinfiammatorio naturale che esercita altre proprietà salutistiche.

Notevoli sono i benefici che derivano dal consumo di olio, specie se crudo, nello sviluppo del bambino per la sua composizione acidica che lo rende molto vicino al grasso del latte materno; nelle malattie cardiovascolari; nella prevenzione di fenomeni dell’invecchiamento, dovuto al basso contenuto di grassi polinsaturi a favore dei monoinsaturi.

Inoltre l’olio extravergine di oliva prodotto dalla varietà “coratina”, ha un’elevata digeribilità; favorisce la protezione delle mucose dello stomaco; agisce positivamente nelle malattie delle vie biliari; assicura al corpo la giusta dose di acido linoleico, non intasa arterie in quanto riduce l’eccesso di colesterolo nel sangue, permette il più elevato assorbimento di vitamine, in particolare della vitamina E; svolge sull’intestino un’azione di regolazione sulla peristalsi, ecc..

Il vino prodotto nell’agro di Andria Castel de Monte D.O.C. si distingue soprattutto per la produzione del rosso “Nero di Troia”, rosato da uve di Bombino Nero e bianco in particolare da vitigni autoctoni di uva Pampanuto, Bombino Bianco,grazie ad alcune aziende vitivinicole che negli ultimi anni hanno caratterizzato le loro produzioni puntando sulla qualità.

La burrata è il vanto dell’arte casearia andriese, grazie all’invenzione dell’andriese Lorenzo Bianchino Chieppa, negli anni ’20, nella masseria Piana Padula presso Castel del Monte, dove si lavoravano le manteche (formaggi di pasta filata leggermente stagionati ripieni di burro). Lorenzo Bianchino Chiappa, ebbe l’idea di creare una specie di fiasco per conservarvi all’interno, con la panna, la mozzarella sfilacciata (detta stracciatella). Inizialmente la produzione della burrata consisteva nel soffiare con energia la pasta della mozzarella fresca in modo da ottenere una specie di fiaschetta. Successivamente la famiglia Chieppa perfezionò un compressore che consentì di ottenere lo stesso effetto, garantendo una migliore igiene.

La burrata è un formaggio speciale fresco a pasta filata molle costituito da un sottilissimo involucro di pasta filata di latte vaccino farcito con mozzarella sfilacciata e panna fresca.

L’involucro è tradizionalmente rivestito con foglie verdi di asfodelo. Ancora oggi il procedimento seguito è rimasto identico ma con il vantaggio dell’innovazione tecnologica che garantisce qualità e igiene. A breve la burrata di Andria si fregerà del riconoscimento di “Burrata IGP di Andria”.

I confetti sono l’altra produzione caratteristica della città di Andria grazie all’ingegno di Nicola Mucci, il quale alla fine del 1800, ne avviò la produzione molto apprezzata con diverse specialità come i “fruttini” decorati ripieni di pasta di mandorle profumata alla vaniglia, tenerissime praline al cioccolato con il cuore di nocciole, mandorle, arance candite, crema caffè, uvetta alla grappa, oltre ai confetti di mandorla “avola”.

Il Mandorlaccio e il dolce di mandorla sono i dolci giunti fino ai nostri giorni da tempi remotissimi. Alcune pasticcerie tradizionali della città lo propongono, senza tradirne lo spirito popolare, realizzando in impasto di mandorle tritate e miele. E’ leggero, profumato, raffinato, adatto a chiudere il pranzo ma anche da offrire agli ospiti o da gustare durante una serata con gli amici. Da ricordare anche i dolci di pasta reale, le “rose” al vincotto e miele e i mostaccioli al cacao.

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