“29 anni fa, la strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone e sua moglie.

Poi il 19 luglio dello stesso anno la mafia colpì il giudice Borsellino, nella strage di via D’Amelio.

Anche diversi agenti furono stroncati in quegli attentati, in cui lo Stato fu ferito gravemente.

Che cos’è la legalità oggi? É la stessa di ieri, di sempre. É il rispetto delle regole. Punto. Il rispetto delle regole! Ricordare quelle tragedie serve per essere sempre sull’attenti.

Il pericolo é in agguato, sia pur in forme diverse. Le mafie, i soprusi, la violenza, trovano terreno fertile lì dove non c’è la cultura della legalità.

Lì dove regna la mancanza di senso civico. Lì dove c’è omertà, debolezza. Uomini come Falcone e Borsellino hanno ampiamente testimoniato cosa significhi servire il Paese, non piegandosi, non lasciandosi intimorire, anche quando magari la paura devono averla vista in faccia tante e tante volte.

Questo vale per chiunque eserciti un ruolo a servizio della propria comunità.

Perseguire il bene, senza lasciarsi scalfire da chi ti urla contro, da chi con arroganza vuole indebolirti, da chi preferisce lo scontro al dialogo, da chi ritiene sempre di avere ragione a prescindere, senza mai mettersi in discussione.

Da chi getta sempre scompiglio, perché nel disordine pensa di vivere indisturbato. Da chi sbraita contro il sistema, ritenendo che nulla funzioni, senza mai adoperarsi per iniziare da se stesso a farlo funzionare.

L’istruzione gioca un ruolo importante per i nostri giovani. Istruzione che non è solo nozionismo ma educazione alla vita. Percorso di un rispetto delle regole. Eccoci al punto di partenza. Eccoci a perseguire la legalità”.

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