Di seguito l’intervista pubblicata sull’ultimo numero del mensile diocesano “Insieme” e rilasciata dall’Assessore alle Politiche Sociali e alla Pubblica Istruzione, Dott.ssa Dora Conversan.

1. Da alcuni mesi Lei è stata investita di un incarico arduo, ma significativo: Assessore alla Persona, comprensiva di Politiche sociali e Pubblica istruzione. Quale è stata la motivazione che L’ ha spinta ad accogliere una realtà, certamente, non estranea alla Sua vita, ma che ora si allarga all’intera città?

 

“Condivido ovviamente in pieno l’aggettivo “arduo”; in realtà, quando il Sindaco mi ha chiesto di accettare la delega di Assessore alla Persona, la prima reazione istintiva è stata risponderle:” Ma stai scherzando?”, la seconda reazione istintiva, invece, sarebbe stata la fuga. A parte gli scherzi, parlare di “assessorato alla Persona” inevitabilmente “suggerisce” proprio il prendersi CURA, o meglio, gestire il prendersi cura delle PERSONE tutte nella loro suggestiva, arricchente, ma immensa GRANDEZZA. Un incarico davvero importante, ma soprattutto inaspettato. Un progetto “grandissimo” per il quale mi sento sinceramente “piccolissima”, ma per fortuna c’è la grande fiducia di chi mi ha scelta, di chi, dietro le quinte, ha contribuito a questa scelta, di tutti coloro che CI SONO, perché per fortuna esiste e c’è il lavoro di SQUADRA. La prospettiva ardua inevitabilmente spinge ad accogliere la proposta che mi è stata fatta e a puntare in alto: sicuramente provando a ripartire innanzitutto dal prendersi CURA con i fatti delle FRAGILITA’, della formazione ed EDUCAZIONE (cominciando dai più piccoli e proseguendo con i giovani e con gli adulti), per proseguire con l’attenzione prioritaria all’INCLUSIONE. Senza dimenticare che la FRAGILITÀ va accolta, accarezzata, supportata, ma soprattutto rispettata così come va accolta, accarezzata, supportata e rispettata la PERSONA. Di conseguenza posso confermare che proprio l’attenzione alla PERSONA resta la motivazione principale, il filo conduttore e il punto di forza del mio e del nostro percorso di COMUNITÀ che si impegna, con gesti concreti, ad essere VICINA a chi ha realmente bisogno, l’IMPEGNO ovviamente è quello di non perderla mai di vista”.

2. Oggi, più che mai, l’attenzione alla vita cittadina, il servizio alla persona con tutto ciò che sta conseguendo, a seguito dell’emergenza sanitaria a livello planetario, si fanno ancora più pressanti. Quali sono le priorità urgenti a cui l’Assessorato alla Persona è chiamato a rispondere per una vera crescita e sviluppo dei singoli e della collettività? E in favore delle fasce più deboli, quali interventi sono stati messi in campo o in fieri?

 

“In realtà, proprio a causa di questo particolare periodo di emergenza che stiamo vivendo da ormai un anno, i primi due provvedimenti presentati ed approvati proprio dalla prima  seduta di giunta fatta a metà novembre, sono stati di attenzione concreta alle persone, in linea con il filo conduttore del nostro programma amministrativo. Il primo provvedimento prevedeva, con i “Voucher per la conciliazione” spendibili nelle strutture dedicate all’infanzia e all’adolescenza, il potenziamento di una rete estesa e qualificata sul territorio di servizi socio-educativi dedicati a queste fasce. Risulta indispensabile, a maggior ragione in un periodo così “strano”, assicurare continuità di percorsi educativi rivolti ai minori per rispondere al bisogno di conciliazione delle famiglie e contrastare le povertà educative. Anche il secondo provvedimento approvato, quello del “Fitto Casa”, prevedeva iniziative finalizzate al sostegno, in maniera efficace, dei cittadini appartenenti alle fasce economiche più deboli. Successivamente, altro provvedimento adottato a favore di tutti quei cittadini “provati” dalla grave crisi generata da questa emergenza, è stato quello relativo ai “Buoni spesa” utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari. Gli uffici dei Servizi Sociali hanno predisposto ed attuato, nel minor tempo possibile, tutte le procedure relative alla realizzazione concreta delle misure per ridurre al minimo i tempi di attesa. Sono innumerevoli i progetti iniziati ed in fieri relativi alle tre aree che riguardano i servizi sociali (area adulti, area disabili e anziani e area minori). Dalle attività di segretariato sociale, al progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), al progetto contro gli sprechi alimentari “UNA FAMIGLIA PIÙ GRANDE“, ai BUONI di CONCILIAZIONE per disabili ed anziani, ai centri famiglia, centri estivi, all’ASSISTENZA DOMICILIARE ed EDUCATIVA ai minori, assistenza domiciliare integrata, pronto intervento sociale per nuclei familiari con presenza di minori (Interventi di protezione urgente di MINORI VITTIME DI MALTRATTAMENTO, interventi a favore delle DONNE VITTIME di VIOLENZA, coordinamento tavolo tecnico–equipe multidisciplinare specialistica integrata su abuso, maltrattamento all’infanzia e VIOLENZA di GENERE, monitoraggio e raccolta dei dati sul maltrattamento verso i minori, servizio AFFIDI (Sensibilizzazione, individuazione, formazione e valutazione di coppie o single disponibili all’affido di minori temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo).

Ancora i progetti PRO.VI (Dopo di Noi, Progetto di vita indipendente), RED (Reddito di Dignità), PUC (Progetti Utili alla Collettività) e RdC (Reddito di Cittadinanza). A dire il vero sono passati solo pochi mesi da quando ho iniziato a “masticare” sigle e titoli di progetti come quelli sopra elencati e pian piano, mentre promuovevo delibere urgenti in merito, con il notevole sostegno di tutti i collaboratori  del Settore Servizi Sociali, ho imparato la “ricchezza contenuta” in quelle semplici “sigle” o semplici “titoli”. Un mare di percorsi di attività, nell’ambito di progetti utili alla collettività che coinvolgano quegli utenti, quei cittadini che abbiano sottoscritto un Patto per il Lavoro o un Patto per l’Inclusione Sociale. Partiranno a breve tanti progetti che riguarderanno diversi settori: demografico, ambiente, igiene urbana, mobilità e viabilità, paesaggio, Polizia urbana, sicurezza, Servizi Sociali, cultura, protezione civile; per il RED convenzioni con diverse scuole, vari enti di formazione, alcune parrocchie, Caritas diocesana, Migrantesliberi, ecc… Altro progetto importante è “EDUCARE IN COMUNE” che, in risposta all’avviso pubblico ministeriale per sviluppare azioni di contrasto della povertà educativa e il sostegno delle opportunità culturali ed educative dei minori, ha candidato a finanziamento tre progetti, uno per ogni area tematica. 1. sostenere le famiglie, nelle competenze genitoriali e nei modelli di benessere, per rispondere adeguatamente ai propri bisogni anche in una dimensione di prossimità nella comunità locale; 2. affrontare l’enorme tema della dispersione scolastica che, anche a causa della pandemia e della didattica a distanza, vede sempre più bambini e ragazzi in difficoltà, quando non in precoce abbandono della scuola, compromettendo la propria crescita; 3. attivare processi virtuosi della “comunità educante” che offrano ai bambini e ragazzi maggiori opportunità culturali, sociali e cognitive, favorendo la fruizione delle attività culturali ed espressive del territorio, ma anche sperimentando con loro nuovi e coinvolgenti linguaggi di comunicazione artistica. Trasversalmente alle aree di intervento sono state previste iniziative sulla cultura di rispetto delle differenze di genere e riconoscimento della violenza assistita a danno delle persone in età minore. Relativamente al settore Pubblica Istruzione procedono tutte le azioni relative a garantire il più possibile a tutti il DIRITTO ALLO STUDIO. La Regione, in coerenza con gli obiettivi strategici relativi all’avvio e attuazione del sistema integrato di educazione e di istruzione da 0 a 6 anni, ha finanziato anche il Comune di Andria per interventi per la gestione delle sezioni primavera attive che non accedono ad altre forme di finanziamento. Si è proceduto anche alla fornitura gratuita o semigratuita dei libri testo a favore degli studenti frequentanti le Scuole Secondarie di 1° e 2° Grado, statali e paritarie, appartenenti a nuclei familiari con problemi economici. Dopo la chiusura anticipata del rapporto in convenzione con le scuole paritarie del territorio, allo scopo di garantire l’esercizio del Diritto allo Studio ai minori tra i 3 e i 6 anni, è volontà mia e di questa Amministrazione riallacciare i rapporti con le scuole paritarie per ricominciare insieme un nuovo percorso a servizio della città, così come stiamo cercando di riallacciare i rapporti con tutte le associazioni e cooperative del terzo settore, messi in crisi a causa della preoccupante situazione finanziaria del comune della nostra città. Analogamente ci siamo incontrati con i Dirigenti scolastici delle scuole del primo ciclo d’istruzione e con la Ditta che gestirà il servizio mensa, con l’intenzione di riprendere l’orario completo nelle scuole dell’infanzia, nelle classi a tempo pieno di scuola primaria e di tempo prolungato nella scuola secondaria di 1° grado. Purtroppo eravamo appena partiti qualche settimana fa’ con la scuola dell’infanzia, quando la situazione di emergenza epidemiologica, che continua ad insinuarsi ancora nelle vite delle nostre città, ha riportato il mondo della scuola nuovamente in una situazione di frequenza parziale ed integrata e ahimè con prospettive ancora di ulteriori chiusure. Che dire, davvero grande il lavoro svolto in poco tempo (e mi permetto di aggiungere con poche risorse del personale) da tutti i dipendenti  del settore Servizi sociali e Pubblica istruzione che hanno ininterrottamente lavorato per garantire l’avvio e la prosecuzione di tutti questi interventi che francamente ritengo essere TUTTI davvero URGENTI. Allora la persona al centro dunque, la cura della persona al centro facendo nostre ed incarnando le parole di Papa Francesco: “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il SERVIZIO. Bisogna custodire la gente, AVER CURA di ogni PERSONA”

3. Si avverte, da più parti, un senso di inadeguadezza educativa e iperprotezione, che a lungo andare creano dei vuoti affettivi e relazionali rilevanti. Come gli educatori possono fronteggiare a vari livelli e in ogni ambito questi atteggiamenti/ comportamenti per recuperare spazi e tempi più umani?

 

“Sinceramente sento l’immensità di questa domanda in maniera particolare probabilmente per “deformazione personale”. Ritengo IMMENSA, ma nello stesso tempo molto PREZIOSA l’intera “realtà EDUCATIVA”

Ma ci pensiamo mai a quante cose meravigliose e in divenire sono contenute in quello scrigno piccolissimo e prezioso che è l’essere umano sin dalla sua venuta al mondo? Già partendo da questo presupposto ci si rende conto di quanta responsabilità investe gli educatori in genere. E francamente molto spesso presi da “quello che bisogna insegnare o trasmettere” si dimentica invece la profondità di tutto ciò che è possibile trasmettere nel rapporto educativo, nel rapporto di insegnamento/apprendimento, nel rapporto formativo.

Scriveva in tempi non sospetti Sant’Ignazio di Antiochia: “Si educa molto con quello che si dice, ancor più con quel che si fa, molto più con quel che si è”.

Allora, senza entrare nel merito dei contenuti, dei percorsi educativo-formativi o di istruzione, bisognerebbe innanzitutto partire da ciò che i docenti e gli educatori vivono ogni giorno: arricchire e guidare la formazione dei ragazzi e dei giovani che abbiamo la fortuna di incontrare. Qualsiasi tipo di confronto nel pieno rispetto della libertà mia e dell’altro non può che essere arricchente per entrambi e per tutti.

Quando si riflette sull’educazione, dovremmo provare a liberarci da quelle “certezze” che impediscono di comprendere a fondo la complessità e la ricchezza contenute nelle nostre esperienze.

Spesso siamo rapiti dall’idea di conoscere il modo migliore di far crescere gli altri, convinti che il mondo andrebbe meglio se andasse come diciamo noi. Un amore per gli altri che vorrebbe, per il loro bene, che crescessero come noi ci aspettiamo, ma gli altri non sempre sono come noi vorremmo.

Certo, il mio è solo un punto di vista che non può che essere relativo e limitato, ma non credo banale. Ritorniamo allora all’educare come “FAR APPRENDERE AD APPRENDERE”. Secondo questa prospettiva, ad esempio, la scuola luogo privilegiato della formazione, educa quando riesce a garantire lo sviluppo della indispensabile capacità di “IMPARARE AD IMPARARE”. Si tratta di utilizzare il sapere per stimolare e sviluppare questa fondamentale caratteristica dell’uomo. Allora la scuola diventa “comunità”, “ambiente sociale” in cui l’educazione non viene “impartita” ma è vita vissuta ed esperienza quotidiana. Un luogo dove sia possibile, gratificante, facilitato e più probabile IMPARARE AD IMPARARE IMPARANDO. Pensiamo che grande dono e che grande responsabilità hanno quanti sono chiamati ad “educare a vivere la sapienza”! Per dirla con le parole del grande maestro Khalil Gibran: “Il maestro, se egli davvero è saggio, non vi invita ad entrare nella casa della sua sapienza, ma vi guida sulla soglia della vostra mente.”

4. Assessore, credo che il sistema scuola deve fare i conti con nuove domande che il tempo della pandemia ha creato o sta creando. Quali percorsi ritiene necessari, perché la scuola susciti nelle nuove generazioni il desiderio di formarsi come cittadini che sappiano stare nel mondo, con la ricchezza delle proprie diversità e autonomie, senza pregiudizi, indifferenze e nella convivialità?

 

“Scriveva un po’ di anni fa Leo Buscaglia “Abbiamo dimenticato che cosa sia guardarsi l’un l’altro, toccarsi, avere una vera vita di relazione, curarsi l’uno dell’altro. Non sorprende se stiamo tutti morendo di solitudine”. Niente di più vero soprattutto in questo periodo buio, in questo clima “affollato di solitudine”, mentre sperimenti ogni istante quanto sia vero che l’unica definizione che rappresenti in pieno l’essere umano sia proprio il suo “essere sociale”.

In questo triste periodo che stiamo ancora vivendo, abbiamo tutti toccato con mano quanto davvero ci facciano male il distacco, la distanza, la “reclusione forzata”. Abbiamo rivalutato in ogni ricordo, in ogni frase, in ogni momento di dolore, in ogni gesto quotidiano, quanto come esseri umani non riusciamo a fare a meno dell’altro. Non voglio essere fraintesa, è vero che nelle famiglie (laddove è possibile riunirsi e restare insieme) stiamo riscoprendo il grande valore di ogni singolo gesto, di ogni singola condivisione, di ogni singolo sguardo, di ogni singolo silenzio, ma è anche vero che stiamo sperimentando quanto sia atroce dover evitare l’incontro, l’incrocio di sguardi, rinunciare al prendersi cura, al condividere con “l’altro” che incontri per strada, al lavoro, nelle tue passeggiate, ma anche con i nonni, gli zii, i figli, i nipoti, gli amici che invece per forza di cose devi “tenere a distanza”. Qualcuno potrà dirmi che forse dimentico l’esistenza di tutti quei mezzi informatici, telefonici e videotelefonici che oggi permettono di “accorciare le distanze”; mi spiace sarò anche “antica”, ma come dice Paulo Coelho “Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”. Condivido e sperimento in continuazione questa riflessione di Coelho: non è possibile descrivere a parole o “sostituire con qualsiasi altro mezzo” l’intensità, la bellezza, il calore dell’incrocio del tuo sguardo con l’altro, del contatto, del prendersi cura (caring) del prossimo che non può prescindere dalla relazionalità. Pensando poi alla mia professione, lo stiamo vivendo come docenti: senza nulla togliere a tutti gli sforzi che la scuola ed ogni singolo docente hanno dovuto improvvisamente mettere in campo, a quanto si sta facendo e si sta sperimentando per continuare a vivere la nostra relazione educativa “a distanza” con i nostri carissimi alunni, nulla, e dico nulla, riesce a compensare la mancanza del rapporto interpersonale.

Come ho avuto più volte modo di dire didattica e distanza sono due termini che trovo “incompatibili”, non ci può essere vera formazione senza il contatto interpersonale, lo scambio in diretta, l’incrocio di sguardi e, dietro gli sguardi, di tutto il “sentire” qui ed ora. Pur essendo fiera di tutto ciò che il sistema educativo-didattico sta facendo ormai da un anno, di tutto ciò che ci si è “inventati”, della collaborazione che si sia creata, seppur a distanza, con le famiglie dei nostri alunni e con loro stessi, lo sentiamo che è un “tamponare”, un rimediare temporaneamente perché in ogni messaggio o confidenza che ci scambiamo, traspare in tutte le lingue l’enorme mancanza reciproca che stiamo provando. Di conseguenza, l’unico percorso che ritengo non necessario, ma indispensabile non solo per la scuola, ma per ogni ambito EDUCATIVO, è ACCOMPAGNARE le nuove generazioni e tutti noi a VIVERE per l’unica cosa importante verso cui indirizzare tutte le nostre energie: la VITA CON E PER GLI ALTRI, coccolandola, proteggendola e condividendola. Formare certamente cittadini che sappiano e abbiano voglia di stare nel mondo di e con tutti: ricordiamoci di goderci le nostre vite e le nostre arricchenti diversità il più semplicemente possibile. PROGETTARE, CONDIVIDERE e COOPERARE sono punti imprescindibili della FORMAZIONE e dell’’ EDUCAZIONE della persona e della comunità…ma soprattutto sono un ottimo “trampolino di lancio” per provare a ripartire INSIEME”.

Assessore Dora Conversano

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