Verrà presentato martedì 21 marzo alle ore 9:30 al Palazzetto dello Sport di Andria, l’iniziativa #ilsilenzioèdolo: il tour di educazione e sensibilizzazione dei giovani (i cosiddetti Millennials) alla lotta alla mafia. Il progetto, ideato da Ismaele La Vardera, giornalista delle Iene, e Marco Ligabue, cantautore e rocker, arriva ad Andria grazie all’interessamento dell’Amministrazione Comunale attraverso l’impegno dell’Assessore alla Cultura Avv. Luigi Del Giudice e dell’Assessore all’Istruzione Avv. Paola Albo.

I protagonisti incontreranno gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori di Andria raccontando le di eroismo e coraggio come quelle di Benedetto che devono essere divulgate ai giovani. Sono i protagonisti della lotta alla mafia i veri eroi dei nostri giorni e il libro di La Vardera, con prefazione di Roberto Saviano dal titolo “Il mio nome è Zoccola e per la camorra sono un figlio di puttana” e il brano di Marco Ligabue “Un Attimo fa”, con inclusione di rap in napoletano di Lucariello (autore della colonna sonora della serie tv “Gomorra”) sono i mezzi più diretti per parlare ai ragazzi, che saranno raggiunti attraverso un tour che li incontrerà nelle loro scuole grazie a ScuolaZoo, la più grande community di studenti in Italia che, con circa 2,7 milioni di seguaci, si batte per una scuola migliore.

Se l’anno passato era la storia dello stesso Ismaele La Vardera ad essere raccontata (a causa dei suoi servizi televisivi contro la camorra è stato vittima di diverse minacce), quest’anno è Benedetto Zoccola la figura cardine del nuovo libro di La Vardera e della canzone di Ligabue. Le due opere, che saranno presentate alla Camera grazie al sostegno dell’Onorevole Davide Mattiello, membro delle Commissioni Giustizia e Antimafia, che ha colto le potenzialità dell’iniziativa.

Benedetto Zoccola è un commerciante di Mondragone (CE) che ha rifiutato di pagare il pizzo alla camorra e anzi, ha denunciato il tutto alle autorità di competenza. La camorra non si è fatta attendere e Benedetto è stato vittima di numerosi vessazioni, tra cui un attentato, che lo ha privato della vista e dell’udito dall’occhio e orecchio destro. Benedetto non si è arreso e ha continuato la sua eroica lotta in nome della giustizia e della legalità.

Ismaele e Marco racconteranno e divulgheranno la storia di Benedetto portando ad esempio il coraggio di Benedetto Zoccola e sottolineando che il cambiamento parte dalle azioni di ognuno di noi nel quotidiano e che le nuove generazioni sono protagoniste della creazione del proprio futuro e non devono rinunciare al miglioramento per paura.

Un estratto della prefazione di Roberto Saviano

Benedetto Zoccola nel 2012 eredita un terreno dal nonno a Mondragone, in provincia di Caserta, e decide di volerci costruire delle abitazioni. Il boss del clan locale Amerigo Di Leone gli impone il versamento di un obolo alla camorra per poter avviare i lavori, cinquantamila euro. Benedetto Zoccola di rivolge alle forze dell’ordine e da quel momento la sua vita perde ogni possibile normalità.

Cosa ti aspetti se denunci? Potevi pagare e zitto. Non oso immaginare quante volte Benedetto si sia sentito ripetere queste due frasi. Infinite volte. E forse Benedetto avrà spiegato con la pazienza che impari ad avere quando la tua vita repentinamente cambia, che il problema non è l’esistenza della camorra e nemmeno la tua singola denuncia. Il problema sono le persone per bene, sono le loro denunce mancate, quelle non arrivate, i ricatti subiti in silenzio, le tangenti pagate. Dove tutti sono eroi non lo è più nessuno. Dove tutti sono bersaglio non lo è più nessuno.

L’anno scorso la camorra fa esplodere una bomba carta nell’ufficio di Benedetto provocandogli la perdita permanente della vista da un occhio, a questo evento drammatico segue una manifestazione di solidarietà e Benedetto, insieme alla riconoscenza, constata che la cittadinanza non partecipa compatta, che la gente per bene latita, non c’è, resta a casa, delega, non sa, non ha interesse. Ho forse ha paura. Ma la paura non è una giustificazione, bisogna essere in tanti, bisogna essere tutti.

 

 

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